Attenzione all'uso degli strumenti digitali
Il Garante per la protezione dei dati personali ha recentemente sanzionato un’azienda per aver geolocalizzato il personale dipendente in smart working tramite un’app, obbligando ad attivare la posizione per dimostrare da dove stavano lavorando.
Il caso porta l’attenzione su un tema molto attuale: il controllo a distanza nel contesto dello smart working.
La normativa vigente consente l’utilizzo di strumenti tecnologici che possono comportare forme di controllo a distanza dei lavoratori, ma solo nel rispetto delle finalità previste dall’art. 4 dello Statuto dei Lavoratori.
In particolare:
- esigenze organizzative e produttive
- sicurezza del lavoro
- tutela del patrimonio aziendale.
L’unico scopo dell’azienda sanzionata, però era verificare il luogo da cui veniva svolta la prestazione lavorativa, senza un reale collegamento con una di queste finalità. Questo ha reso illecito l’uso dello strumento di geolocalizzazione e ha portato all'intervento sanzionatorio del Garante.
L’uso di strumenti digitali nel lavoro da remoto deve essere attentamente valutato, soprattutto quando questi implicano il trattamento di dati personali dei dipendenti. È fondamentale:
- rispettare i principi di liceità, necessità e proporzionalità
- fornire un’informativa chiara e trasparente al personale dipendente
- verificare la compatibilità degli strumenti adottati con le finalità consentite dalla normativa
- predisporre policy interne aggiornate e conformi alla disciplina privacy.
La tecnologia rappresenta un valido alleato per la gestione del lavoro agile ma deve essere utilizzata con attenzione e consapevolezza.
Un uso scorretto degli strumenti digitali può portare a sanzioni, oltre a danneggiare il clima di fiducia con il personale dipendente.