Quando la concorrenza è sleale?

11.06.25 10:07

 

Nel mercato, la concorrenza è un fenomeno sano e normale. 
Ma quando un’azienda o un* professionista usano pratiche scorrette per danneggiare i concorrenti, si parla di concorrenza sleale.
Ad esempio:
  • diffondere false informazioni su un* concorrente per screditarl*

  • storno di dipendenti o clienti: convincere con mezzi scorretti un dipendente o un cliente a lasciare un’azienda per passare alla concorrenza

  • copiare marchi, prodotti o strategie per confondere la (potenziale) clientela

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Cosa prevede il codice civile? 
L’articolo 2598 del codice civile precisa che la concorrenza sleale si verifica in 3 casi principali:
  1. atti di confusione: quando vengono usati nomi, marchi o segni distintivi simili a quelli di un* concorrente (es. un’azienda copia il logo di un’altra)
  2. atti di denigrazione o appropriazione di pregi: quando vengono diffuse informazioni false per screditare un* concorrente o per attribuirsi meriti che non spettano (es. screditare i prodotti di un’altra azienda senza ragione)

  3. atti contrari alla correttezza professionale: ogni comportamento scorretto che danneggi un* concorrente (es. sottrarre clienti o dipendenti con mezzi scorretti, violare accordi di riservatezza o copiare innovazioni)

Quali sono le possibili tutele?
In via precauzionale, ad esempio:
  • registrare marchi e brevetti
  • prevedere patti di non concorrenza con dipendenti e collaboratori
  • far firmare patti di riservatezza (NDA) a dipendenti, consulenti e fornitori per proteggere le informazioni aziendali
  • monitorare il mercato per individuare tempestivamente comportamenti sleali
Se ci si trova davanti a un atto di concorrenza sleale, è possibile agire in via giudiziale per chiedere ad esempio:
  • l'inibitoria, ossia ordinare la cessazione della pratica scorretta
  • il risarcimento del danno economico o di immagine
  • il sequestro e la distruzione dei prodotti contraffatti
Il giudice può anche ordinare che la sentenza sia pubblicata su giornali o altri mezzi di comunicazione.
Nei casi più gravi, potrebbe anche esserci spazio per una tutela penale se la concorrenza sleale integra un reato (ad esempio, violazione di segreti industriali o contraffazione).
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